Quando in canale, in darsena o in un bacino, seppure con calma di vento, si forma comunque il moto ondoso, sapreste dire da cosa dipende?
Cosa lo amplifica o lo riduce?
Come mettere in relazione le cause?
Riflettendo, individuiamo dei motivi, condivisibili o ampliabili, ve ne proponiamo alcuni:
I piloti educati, cioè coloro che riservano le accortezze al prossimo e all'ambiente;
Limiti di velocità, vi è la velocità limite oltre la quale la formazione ondosa diventa insostenibile;
Controlli, la vigilanza previene il moto ondoso;
Fattore di forma dei canali, in un canale le onde rimbalzano da una sponda all'altra più frequentemente se è stretto; se è poco profondo le onde si attenuano e si consumano, se invece è navigabile l'onda si propaga più facilmente.
La rifrazione dell'onda sulle fondamenta, se la sponda è liscia e verticale ed il canale è profondo, l'onda viene respinta dalla sponda della fondamenta con minima attenuazione, l'escursione verticale resta inalterata e il verso di propagazione riceve dalla sponda anelastica una spinta uguale e contraria.
Frequentazione del canale, il traffico, è direttamente proporzionale alla frequentazione del canale.
La carena migliore e l'assetto, il fendente di prua e la chiglia generano onde divergenti; esiste la carena ideale? Oppure vi è la carena giusta per ogni scopo e le onde sono inevitabili “conseguenze”?
Estraiamo i fattori riduttivi o amplificativi:
Maleducazione ME = 1 - (N°barche educate / N° totale barche) da 0÷100%
Frequentazione Ta = N° giorni di traffico / N° giorni dell'anno da 0÷100%
Fattore potenza, come rapporto tra la P.sviluppata e la P. del motore Fp = Pist / Ptot da 0÷100%
Fattore carena Fc = 1 – Rcarena reale / Rcarena ideale da 20÷50%
Fattore superficie del bacino FS = 1 - Largh / Lungh da 5÷95%
Attenuazione Sponde AS = 1-Forza onda riflessa / Forza onda sopraggiungente da 5÷100%
Escludendo la maleducazione innata, considerato che non è immediato poter intervenire a breve su carene e motori dell'intero parco barche e nemmeno sul traffico e che la vigilanza non è continuativa, pure che la conformazione dei canali è già definita, resta l'unico fattore idoneo a ridurrre il moto ondoso, ovvero la conformazione delle sponde di fondamenta e banchine, per esempio interponendo gli attenuatori galleggianti d'ondaOndarailo applicando dei rivestimenti parietali che consumano le ondeSeadeflect.
I fattori amplificativi li poniamo al numeratore e quelli riduttivi al denominatore, si ottiene un parametro che chiamiamo "M":
M [%] = ME x FV x Ta x Vg x FC x FS
AS
Il valore M, se resta tra 0 e 100 allora è un effetto riduttivo del moto ondos, se invece va oltre il 100% allora è amplificativo, sinergico; è una chiave di lettura per considerare l'instaurarsi del moto ondoso nei bacini e consente di analizzare analiticamente l'interazione delle grandezze in gioco.
L'analisi dimostra che, se la sponda riduce la riflessione ondosa, il moto ondoso scompare molto più efficacemente che facendo vigilanza continuativa o applicando altri rimedi.
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IL MOTO ONDOSO, PROTEZIONE E ALTERNATIVE
Fattori amplificativi, carene adeguate e frangionde veneziani, proposte per impieghi on-shore e costieri.
Un'attenta analisi del moto ondoso, delle onde, delle cause generanti e delle carene.
Si riferisce alle esperienze lagunari, che si sono dimostrate idonee anche ai laghi e alle darsene.
Propone tre fattive proposte alternative per il contrasto al moto ondoso e per la salvaguardia costiera.
Una di esse è il frangiflutti galleggiante Ondarail in produzione e commercio.
Le altre due sono:
la carena eco-sostenibile con le ali poppiere a scomparsa;
la barriera frangionde a deflessione idrodinamica.
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